Piz da Lec de Boè – Parete Sud-Est

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Via " Weg durch das saxophon"

Roland Mittersteiner e Christian Sader nell’agosto 1987

200 mt  5 tiri  diff. max 6c

 

Relazione di Giovanni Renzi dopo la ripetizione con Capucci Susi del 28/8/2004

Bella via, su roccia nel complesso buona (ma non ottima). La chiodatura originale e precaria del 3° 4° e 5° tiro confermano le poche ripetizioni dell’itinerario, che comunque, per chi possiede il livello, merita la ripetizione. Grande coraggio e bravura del fuoriclasse Roland Mittersteiner ad affrontare nel 1987 una parete molto compatta e levigata. Scendendo dalla ferrata e guardando la parete, sembra proprio inscalabile…

In caso di necessità è possibile scendere in doppia. Affrontarla ovviamente solo a fine stagione quando la colata è ben asciutta.

ATTACCO: Da Corvara in Val Badia prendere l’ovovia e poi la seggiovia per il Vallon. Di qui in 20 minuti comodi all’attacco della ferrata dalla quale ci si sposta un po’ a sinistra verso il diedro-camino iniziale.

DISCESA: una volta fuori dal diedro terminale, non puntare subito a destra (faccia parete) verso i cavi della ferrata, ma salire in cima da sinistra per facili gradoni e poi dirigersi verso la vicina ferrata.

MATERIALE: I chiodi in parete sono pochi e non tutti affidabili, per cui non è da escludere la dotazione di martello e 3-4 chiodi universali corti.  Noi con  i camelot dal 03 al 3 e la serie di tricam (dal rosa al blu) ci siamo protetti in maniera sufficiente piazzando almeno 2 friend e 2 tricam in ogni lunghezza. Utili diversi Kevlar di cui alcuni sciolti per le poche ma utili micro-clessidre.

TEMPI:  Come sempre, tutto abbastanza relativo. Noi siamo partiti alle 5 del mattino da Rimini, abbiamo attaccato alle 11,00 e siamo usciti in cima alle 16,00...... alle 22,00 di nuovo a Rimini.

 1° TIRO: 35 metri, 5+ nessun chiodo.    A sinistra della ferrata sotto la perpendicolare del muro nero dove passa la via si trovano  due diedri-camino. Si attacca su quello di sinistra.   Lunghezza un po’ ostica e priva di interesse (la parte sx del diedro è completamente liscia. Dalla cengia alla fine del tiro (sosta su friend) la corda fa cadere diversi sassi, che cadono anche sull’attacco della ferrata molto frequentata. Il nostro consiglio è quello di saltare questo tiro alzandosi per 20 metri sulla ferrata e traversare direttamente sulla cengia alla base del 2° tiro.

 2° TIRO: 35 metri, 5 chiodi e 1 cordino su clessidra diff. 6c roccia buona.   La sequenza chiave sono i primi 5 metri, dove si trovano infatti 4 dei 5 chiodi del tiro.  Il chiodo rosso che da sotto sembra buono è in realtà piantato per pochi cm. Questo strapiombino che da solo vale 6b+ si imposta dal rovescio posto di fianco al 2° chiodo (arrugginito ma piantato bene). Ci si deve allungare di dx all’evidente scaglia rovescia, alzare e sistemare i piedi trovando il giusto equilibrio fino a tenere bene di rovescio la scaglia ed allungarsi a sinistra verso una buona reglette, poi mano destra ad un buco discreto un po’ nascosto ed infine ai piattoni sotto il 4° chiodo (molto piccolo ma ben piantato). Di qui alzarsi verso destra (friend e tricam) fino a trovare dopo circa 10 metri un piccolo chiodo un po’ nascosto a destra. Alzarsi prima dritti poi obliquando verso sx alla piccola clessidra con cordino. Il cordino è marcio e a fatica reggerebbe un resting, ma la clessidra è piccola e le dita per prendere il kevlar sciolto non entrano. Il primo di cordata deve ricordarsi di prendere il cava-nut per poter sfruttare questa piccola ma solida clessidra.  Salire verso destra e raggiungere la buona e comoda sosta con 2 chiodi e lo spit artigianale (molto malandato) originale. Sosta rinforzata e munita di maillon di calata. 

3° TIRO:  35 metri, 2 chiodi malsicuri diff. 6a+ roccia buona ma fare attenzione nei gialli.  Subito in partenza sulla destra buon posto per camelot blu, poi si sale la rampetta (posto per tricam) puntando a destra verso il primo chiodo visibile sotto lo strapiombino giallo. (chiodo piccolo piantato a metà : psicologico). Superare lo strapiombo ben ammanigliato ed alzarsi obliquando verso sx per circa 10 metri (tricam) fino al 2° chiodo. Di qui alzarsi dritto fino ai gialli (8 mt) piazzare un friend per proteggere il traverso verso la sosta a sx sui neri. Sosta abbastanza comoda su 1 spit (petzl a goccia d'annata) all’apparenza ancora in discrete condizioni. La sosta si può ben rinforzare con il tricam blu subito sopra lo spit, ed il tricam rosa subito a sx.

 4° TIRO: 32 metri, 1 chiodo diff. 6a+ roccia ottima in partenza poi buona, e verso la fine discreta. Delicata ricerca del passaggio. Si sale dritti sul repulsivo e verticale muro nero soprastante la sosta, per cui proteggersi il più possibile in quanto in caso di volo si centrerebbe quasi sicuramente l’assicuratore.  Alzarsi dalla sosta 3 mt e clessidrina orizzontale psicologica (senza cordino), poi un po’ verso destra (friend) e poco dopo si scopre l’unico chiodo del tiro. Dopo il chiodo alzarsi verso sx alla nicchietta e lasciarla verso dx. Alzarsi ancora un po’ e si trova una buona clessidra (senza cordino). Cominciare a puntare al diedro verso sx (buon spuntone), e proseguire (roccia friabile) sino alla nicchia di sosta con buona clessidra con fettuccia marcia. Qui si trova la scatola (marcia) con il libretto di via (ancora più marcio) sul quale a parte qualche disegno non sembra esserci scritto nulla. Questo tiro secondo noi è impegnativo come quello precedente.

 5° TIRO: 30 metri, diff. 5+ nessun chiodo. Roccia buona ma attenzione ai detriti all’uscita.    Subito friend n. 2 per proteggere l’unico passo di 5+ dell’entrata strapiombante (ma ammanigliata) nel diedro. Poi diventa 4° e 3° grado fino all’uscita (friend e tricam). All’uscita clessidrina con cordino su un grosso blocco, con piccola clessidrina adiacente.

 

relazione via del sassofono 

 

Giovanni sul 4° tiro

giovanni renzi sul 4° tiro del sassofono

giovanni renzi piz da lec                susi capucci piz da lec

 

Ringrazio Oswald Celva e Martin Moser per le preziose informazioni che mi hanno dato ....

                                                                                                                                               

 

                                                                                                    Giovanni Renzi

                                                                                               info@valmarecchia.it

 

 

 

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